By 24 Febbraio 2022

Intervento di Carmela Suriano, presidente dell’OP Terre della Luce

Lo sciopero degli autotrasportatori sta creando serie difficoltà e molte perdite per il comparto agricolo, specie poi in quei territori in cui l’agricoltura rappresenta il caposaldo dell’economia regionale, come la Basilicata, regione leader, tra l’altro, nella produzione fragolicola.

“Il blocco dei tir è l’ultima strada da intraprendere. Ci sono altre forme di protesta capaci di dare voce alle esigenze degli autotrasportatori. Anche noi imprenditori agricoli stiamo subendo i rincari e le difficoltà del periodo. Inoltre, tutti i giorni facciamo i conti con le variabili e le incertezze climatiche, ma di certo non creiamo disagi significativi a tutta la filiera, in un’economia locale già di sé precaria. Gli scioperi non risolveranno i problemi, piuttosto ne creeranno altri. Comprendo benissimo queste persone e le loro sacrosante rivendicazioni. Esprimo la mia massima solidarietà, ma voglio invitarli a ragionarci su”. A parlare è Carmela Suriano, presidente dell’OP Terre della Luce, un’organizzazione con oltre 120 ettari di fragole in produzione, oltre a quelli coltivati a lamponi e more.

“Stiamo parlando di prodotti altamente deperibili. Le fragole, ad esempio, non possono rimanere in cella per più di 24-36 ore e la raccolta non può essere più di tanto ritardata. Una volta che il frutto ha raggiunto la sua ideale maturazione, va necessariamente staccato. Quotidianamente raccogliamo 50 ton di prodotto e in 3 giorni di scioperi siamo già arrivati a 150 ton. Le perdite sono irreparabili. Si rischia di scatenare un boomerang economico e sociale!”.


Pallet fragole ferme in magazzino

“Stiamo per entrare nel clou della campagna fragolicola. Il mercato italiano viene fornito con le produzioni meridionali, specie quelle della Basilicata. Rischiamo di mandare in fumo anni di lavoro e di sacrifici nell’acquisizione di quote di mercato e nell’identificazione produttiva. Abbiamo fatto tanto per limitare le importazioni massicce di fragole estere. Negli ultimi anni siamo riusciti a educare e sensibilizzare buyer e consumatori nel preferire le produzioni italiane, ma ora rischiamo che molte catene si approvvigionino dai concorrenti esteri. Dopodiché, non sarà facile ritornare indietro”.

“Mi rivolgo agli autotrasportatori: siamo disposti a pagare di più, purché ci permettiate di caricare la merce e portarla a destinazione. Evitiamo una guerra tra poveri. Le azioni belliche sono altre e già ci interessano in modo indiretto oltre i confini nazionali”.

Author: Vincenzo Iannuzziello
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